di Giorgio Gregori (work in progress)

Questa bella cartina data circa 1600, presenta la città di Brescia circondata da mura, intorno la campagna e qualche piccolo borgo, spesso solo poche case intorno a una chiesa.
E’ il caso di San Polo, collegata alla città da una strada che conduce a Porta Torrelunga, (ora Piazzale Arnaldo) dove c’era il casello del dazio, con un tracciato che potrebbe coincidere con l’attuale Via Mantova, incrociando quello che oggi è viale Venezia e che porta a S. Eufemia (San Francesco di Paola) e ad una “Pietra del Gallo” .
Nel dialetto bresciano c’è un detto che, tradotto, significa “non hai mai passato la pietra del Gallo”, per dire non ti sei mai allontanato dalla città, non hai mai viaggiato. Il detto rimanda all’esistenza di una pietra in zona S. Eufemia a Brescia fino al 1718, anno in cui fu sbriciolata per potere allargare la strada. vedi anche spifferi bresciani – la pietra del Gallo (1)
Sono molto chiare le strade che conducono in città e si collegano alle varie porte: vediamo il borgo della Volta, le strade che dalle Fornaci, Roncadelle e altra località non definita convergono verso la Porta S. Nazaro (ora P.le Repubblica), la strada che dalla Mandolossa attraversa la Mella, incontra un “Borgo” e arriva a Porta Milano . Vediamo a nord di questo percorso il borgo di Fiumicello.
A Nord alcune strade convergono verso la Porta che ora è Piazzale Battisti, in evidenza sono i borghi di S. Eustachio e Borgo Trento.
(1) Cristina De Rossi, in un articolo del 2021 su gardapost.it, scrisse: camminando sulle colline gardesane nell’area di Toscolano-Maderno e, più precisamente, percorrendo il sentiero Cai n. 223, che da Magnico conduce in Vesegna, c’è un grande masso in pietra che i locali conoscono bene, se non altro per sentito dire, detto la prea del gal.
Un soprannome curioso. Mi sono sempre chiesta il significato e da dove traesse le sue origini. Secondo un detto dialettale locale, come scrive il Prof. Foglio nel suo “Vocabolario del dialetto di Toscolano-Maderno“ gli sciocchi vengono invitati ad avvicinare l’orecchio per sentire cantare il gallo, ricevendo invece un bell’assestato scappellotto tale da fargli sbattere la testa contro il muro”.
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