Nel “palass del mago” un concentrato di storia
di Don Angelo Cretti
Al n. 255 di via S. Polo, si impone un palazzo rinascimentale; è inconfondibile, un 1500 puro con tutti i colonnati al posto giusto.
A S. Polo il suo nome è uno solo, nessuno ne conosce un altro : “El Palass del Mago’.
Uno dei tanti toponimi popolari, uscito forse da un banale fatto di contrada o da un nomignolo affibbiato a qualche residente un po’ eccentrico, o da qualcosa di più serio, chi lo sa?
Comunque fino al Catasto Napoleonico portava il nome signorile di “S. Paolo” e pare conglobasse in una unica proprietà, anche la cascina gestita dai Lorini, altro complesso architettonico di grande interesse.
Il Palazzo, con la attigua chiesetta, ha dato il nome al quartiere. S. Polo non è certamente derivazione del francese “Paul”, ma del veneziano “Polo”, come il classico Marco Polo; uno dei sestieri (quartieri) di Venezia porta ancora il nome S. Polo. In secondo luogo il complesso riassume tutta la storia del quartiere dal medioevo ad oggi.
Il complesso congloba la chiesetta, prima parrocchiale di S. Polo, carica di una lunga storia, spesso travolta da vicende infelici. Oggi ridotta a ristorante, non conserva della sua struttura originale che alcuni resti medioevali sul cortile interno del palazzo ed un grazioso campanile rinascimentale.
Analisi della facciata
Ad uno sguardo superficiale della facciata risultano evidenti due elementi: un bel portale a finti conci ed un elegante portalino ornato da losanghe a taglio di diamante in botticino, sormontato da un grazioso poggiolo in botticino su mensole e ringhiera panciuta in ferro battuto. La struttura alta del palazzo presenta tre elementi degni di nota : uno spigolo ad intonaco imitante pietre intrecciate, i doccioni, miseri resti di antichi mostri in ferro battuto ed un elegante comignolo, tutto in perfetto stile rinascimentale.
Ad uno sguardo più attento la facciata dice molto di più: innanzitutto era finita a malta fine, bianca, che emerge ancora in più punti sotto due o tre strati successivi di intonaci. In secondo luogo uno spigolo in medolo (spigolo nord), un portale romanico troncato sul lato destro dal portale cinquecentesco ed infine due screpolature verticali, segni delle successive fasi di costruzione. Partiamo dallo spigolo nord. Sempre più evidente, in seguito alle continue sbrecciature, appaiono i grossi medoli squadrati, legati a croce, che formano lo spigolo più antico della costruzione. Da qui parte il primo abitato per un tratto di circa 10 metri, con pietre vagamente a strati paralleli, appena visibili sotto gli intonaci.
Esso comprende: il grosso spigolo a medoli incrociati, un grazioso portale con spalla in pietra, ghiera di mattoni e bardelloni, ma purtroppo troncato sul lato destro dal più evidente portale del ‘500.
Tutto fa pensare all’XI secolo. Non va però dimenticato il piccolo resto di affresco a figure geometriche sullo stipite dell’arco romanico. A pochi metri a destra del grande portale del rinascimento, la prima screpolatura in senso verticale con tracce di spigolo in medoli intrecciati, probabilmente limite della prima costruzione.
Seconda fase di costruzione
La seconda fase di costruzione è databile tra il XIII ed il XIV secolo. Si estende in facciata per uno spazio di 4-5 metri, è interamente composta da pietre rotonde, ciotolo grosso di fiume, disposto a spina di pesce in strati paralleli ed una finestrella strombata dai contorni in mattone, oggi murata.
Terza fase di costruzione
Altra screpolatura indicante congiunzione di fabbricato e siamo alla terza fase di costruzione, quella preponderante. E’ la fase del 1500, con elegante portalino al centro e finte pietre agli spigoli.
Il grande cortile interno
Il cortile interno è occupato su tre lati da un porticato-magazzino formato da semi pilastri in un unico blocco di botticino scanditi a distanza regolare. Oggi un lato è adibito ad abitazione (nord), e due ad uso commerciale (ben restaurati fanno bella mostra di ciò che potrebbe diventare tutto il complesso, se si procedesse con saggezza al suo recupero). Il lato ovest corrispondente a via S. Polo è certamente il più importante: sette colonne scandiscono otto archi a tutto sesto con cornice di intonaco bianco e, verso l’ingresso principale, un’elegante lesena in botticino a conci sovrapposti, perfettamente squadrati, così regolari ed eleganti da richiamare il 1400.
Tra il curioso e lo strano sono vari segni di croci uniti ai soliti graffiti di misura delle derrate alimentari, presenti sul solaio, cosa che fa dell’ambiente, secondo la gente, sicuramente un convento. Le stanze del piano nobile non presentano nulla di particolare, ampie ed alte, prendono accesso da un ampio loggione.
Ma ancora una sorpresa, e non piccola, ci attende sul lato nord, evidentemente il più antico. Due costruzioni si affiancano per buona parte a distanza ravvicinatissima, 15-20 centimetri. La parte riguardante il palazzo è completamente diroccata, l’altra costituisce il muro meridionale della chiesetta di S. Paolo. In parte dal cortile, in parte tra le macerie, emergono sul fianco della chiesa i segni inconfondibili del medioevo : muro a strati paralleli di conci rozzamente squadrati e alternati da ciotolo grosso di fiume disposto a lisca di pesce e una porta mutila e murata composta da grossi medoli a formare spalletta ed architrave.
La chiesetta è stata evidentemente raddoppiata in epoca successiva dalla parte absidale. Il lato est del palazzo sul brolo verso via Sabbioneta, ci riserva la bella facciata a capanna di stile non ben identificabile, con piccionaia murata, forse da collocare al medioevo, ma più facilmente al rinascimento.
Dulcis in fundo, il lato sud, prospiciente via Ostiglia.
Il porticato completamente restaurato e occupato da negozi, ci offre molto più di un semplice muro con pietre a vista. Nei pressi del portale ed a sinistra del medesimo fanno bella vista una finestrina ridottissima, 30×40, e una finestrella paralume in medolo, con elegante archetto, dimensioni 15×30 cm. Nella stanza interna corrispondente si notano un camino in legno e varie finestrelle porta oggetti triangolari, formate da tre mattoni giustapposti; purtroppo il restauro non li ha risparmiati.
Conclusione
Toponimo popolare a parte, “El Palass del Mago” costituisce il monumento architettonico più significativo del vecchio quartiere di S. Polo, ha dato il nome al quartiere e ne raccoglie tutta la storia dal medioevo ad oggi.
N.B. l’articolo è stato redatto in momenti antecedenti l’attuale ristrutturazione esterna (n.d.r.).
l. Il lato su via Ostiglia con i negozi
L’angolo del vicolo che si dirige verso il deposito di bibite Morandi
Finestrella porta oggetti
Tratto dal volume “Dal ciancol alla playstation”, di Primo Gaffurini e Umberto Gerola (2012). Si ringrazia Primo Gaffurini che ne ha concessa la riproduzione.
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