Altri fatti luttuosi a San Polo

1 aprile 1954. Caduta aereo da caccia
Quattro aerei da caccia dell’aereobase militare di Ghedi sorvolano il cielo di San Polo in formazione per un’esercitazione. Improvvisamente due aerei vengono a contatto: è la tragedia. Uno dei due riesce fortunosamente a rientrare alla base, mentre l’altro precipita, schiantandosi contro un traliccio dell’alta tensione vicino alla cava Bersini, sulla vecchia “strada de le ache”. Un’alta colonna di fumo è visibile da molto lontano e richiama molte persone a vedere cosa è successo.
Per il pilota Sottotenente Carlo Bisson di 25 anni, era infatti nato il 2-11-1929, è la fine. Il suo aereo si disintegra, spargendo rottami nei campi circostanti.

A ricordo dell’episodio, sotto il traliccio ricostruito, fu eretto un cippo in pietra, rappresentante un’ala spezzata su base quadrata con foto del pilota. Purtroppo il piccolo monumento ora giace in uno stato di assoluto abbandono, invaso da rovi, erbacce, rami e fogliame.
3 giugno 1960. Anno “horribilis”. Dario
di Primo Gaffurini
“La cava Alghisi fu dismessa nella seconda metà degti anni ’50 e le “mòte” (cumuli di ghiaia) ed il laghetto divennero luoghi di ritrovo dei ragazzi. Purtroppo il laghetto divenne un tragico luogo di giochi: un tristissimo 3 giugno del 7960 l’amico Dario Rossi di anni 74 vi annegò. Era da tempo che giocavamo con una vecchia camera d’aria da camion gonfiata ed usata come canotto. Mi chiedo spesso perché a lui e non a me. Un giorno mentre “navigavo” sul canotto rischiai di ribaltarmi; non so come mi sono salvato, ma giunto a riva giurai a me stesso che non vi sarei mai più salito. Due giorni dopo, mentre tornavo in pulmino da scuola, appresi lo tragica notizia. Mentre Dario “navigava” sul canotto, a causa di un brusco movimento, questi gli sfuggì da sotto ed egli sprofondò nelle acque del laghetto senza possibilità di salvezza, non sapeva nuotare, sotto gli occhi impietriti ed impotenti di alcuni compagni. Fu ripescato dopo 48 ore. Per lungo tempo il pensiero della sua scomparsa mi angosciò. Costruii una croce col suo nome e lo piantai sul luogo ove Dario era annegato. Spesso lo sera al buio mi sedevo sul bordo del laghetto a conversare mentalmente con lui. Quando, sposato, ebbi il primo figlio nessuno si sognò di suggerirmi nomi, nemmeno mia moglie.
Come si sarebbe chiamato era ovvio: Dario. Ancora oggi a 66 anni, quando penso a lui o vado a fargli visita al cimitero, non vedo un ragazzino di 74 anni, ma “il mio amico Dario”.
19 giugno. Franco
del fratello Giulio Zani
Nel laghetto della cava “Stabiumi”, in via Ponte, un gruppo di amici costruisce uno zatterone e si inoltra sulle acque per pescare. Ad un certo punto Franco Zani, classe 1939, si tuffa per fare un bagno. Le correnti di acqua fredda gli provocano una congestione che gli è fatale: verrà ripescato dai sommozzatori di Bergamo dopo 48 ore, come Dario pochi giorni prima. Franco lascia la moglie con una bimba di circa 10 mesi. Questi specchi d’acqua erano un’attrattiva irresistibile per i giovani, ma hanno preteso un tributo tragico.

4 maggio 1961. Giambattista Doninelli
Era un giovane mezzadro della fattoria Bersini e spesso dopo pranzo, prima di riprendere il lavoro nei campi, si avvicinava al laghetto per avvistare le carpe da catturare. Il 4 maggio di quell’anno gli fu fatale: non vi sono stati testimoni nella dinamica di quanto accaduto, ma poche ore dopo sul bordo del laghetto della cava, furono trovate solo le sue scarpe. Il corpo dello sfortunato contadino fu ripescato dalle acque solo dopo parecchie ore, al pari di quanti prima di lui, pagarono un tributo troppo pesante all’attrattiva di quei laghetti.

Gli infortuni mortali
Non vanno dimenticati coloro che hanno lasciato la loro vita sul lavoro all’acciaieria Alfa, in un tipo di lavoro nel quale il dramma poteva, e può, in ogni momento materializzarsi: Bettinzoli, Beretti, Bonera … per fare solo alcuni nomi. Anche lo “stradone”, arteria cruciale fra Brescia e Mantova, lungo l’attraversamento del centro di S. Polo ha preteso nell’arco degli anni numerose vittime, per la maggior parte ragazzetti o giovani.

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