La frazione è parte del comune di Borgosatollo, ma appartenente alla parrocchia di San Polo. Località totalmente immersa nella campagna lavorata dalle famiglie Ballerini, Boldini, Medeghini e Sandrini residenti nelle rispettive cascine. La frazione è caratterizzata dalla chiesetta dedicata ai Santi Faustino e Giovita festeggiati il 15 febbraio. In questo giorno molte persone di San Polo vi si recavano percorrendo la via Chioderolo e inoltrandosi poi per il viottolo che costeggiava il torrente Naviglio, raggiungevano le Gerole attraversando un bellissimo panorama agreste.
Da molti anni ormai le Gerole sono raggiunte attraverso la più comoda via Cadizzoni, percorribile in automobile.
Secondo l’Enciclopedia bresciana il termine “Gerole” non deriverebbe da “gera” (ghiaiasabbia), ma dalla nobile famiglia Gerola, che nel Seicento circa aveva possedimenti nella località. All’interno della chiesa c’è una lapide marmorea che ricorda personaggi del Seicento che contribuirono con i loro lasciti alla costruzione della chiesa ed alla celebrazione di messe.
Riportiamo di seguito, il testo e la traduzione della lapide tratti dal fascicolo parrocchiale:
“La Comunità di S. Polo storico”
Numero 1, Aprile 2011,articolo “Speciale Gerole”
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ANTONIO MOROTTO
Ad Antonio Morotti
CUIUS PIETATEM EGREGIE CONTESTATI HAEREDES
del quale la pietà egregiamente avendo ereditato gli eredi
IULIA SOROR ET PETRUS MASOTTUS CONIUGES
Giulia sorella e Pietro Masotto coniugi
EROGARUNT
erogarono
X DEC(embris) MDCXXXIV
il 10 dicembre 1634
DECIES QUINGENTAS PL(anetas) LlB(rarias) AB EODEM IN DIU(tu)RNAE
dieci volte cinquecento planeti dal peso di una libbra dal medesimo destinate/aggiunte
AC PERPETUAE MISSAE CELEBRATIONEM ADDICTAS
per la celebrazione di una messa continua e perpetua
TEST(amento) ROG(ato) PER MARCUM GANDELLUM
con testamento rogato da Marco Gandello
BRIX(iensem) NOT(arum)
notaio bresciano
PRIDIE IDUS SEPT(embres) MDCXXX
il giorno precedente le Idi di settembre del 1630
TRANSLATIS HUC EIUSDEM AC FRATRUM SORORIAEQUE OSSIBUS
traslate qui le ossa del medesimo dei fratelli e di una zia paterna
IO(annis) PAULUS GLEROLA
Giovanni Paolo Gerola
AETERNUM VOLENS AETERNUM POSUIT.
eterno volendo eterno pose
. CI ÐI ÐC XXXV .
1000 500 100 35
Giovanni Paolo Gerola, volendo (un ricordo) eterno, nel 1635 eresse (questo sepolcro) eterno – dopo aver qui traslato le ossa del medesimo, dei fratelli e di una zia paterna – per Antonio Morotti, i cui eredi, la sorella Giulia e Pietro Masotti, coniugi. avendone ereditato nobilmente la pietà, erogarono il 10 dicembre 1634, 5000 lire planete* dal peso di una libbra destinate o aggiunte (a quelle fissate) dal medesimo con testamento rogato da Marco Gandello, notaio bresciano il 12 settembre 1630 per la celebrazione di una messa quotidiana e perpetua.
*moneta bresciana diffusa dal 1257 a rutto il ‘600. Il peso di una libbra corrisponde a gr. 0,32 I di argento.
Dall’epigrafe è stato possibile ricostruire la vicenda. Il nominato Antonio Morotti aveva depositato presso il notaio Marco Gandellini di Brescia un testamento, con cui costituiva una cappellania della chiesa delle Gerole per una messa quotidiana e perpetua.
Il Morotti morì di peste (la stessa narrata dal Manzoni nel suo “I promessi sposi”) e gli eredi erogarono altre 5000 lire (planetas librarias) per aumentare il capitale della cappellania.
Successivamente un altro erede, G. Paolo Gerola, raccolse le salme dei nominati eredi Giulia e Pietro Morotti e di una zia paterna nel sepolcro eretto nel 1635, di cui l’epigrafe.
La vicenda fa supporre che la famiglia fosse la committente della costruzione della chiesa delle Gerole o ne fosse comunque la proprietaria.
Tratto dal volume “dal ciancol alla playstation”, di Primo Gaffurini e Umberto Gerola (2012). Si ringrazia Primo Gaffurini che ne ha concessa la riproduzione.
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